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TESORI SEPOLTI
Seppellire l'argento per sottrarlo a spoliazioni da parte di nemici e
invasori è una pratica da sempre in uso presso tutte le popolazioni,
anche in tempi relativamente recenti.
Tra il 1996 e il
1998 è stato ritrovato il cosiddetto Tesoro di Moritzburg
consistente in centinaia di pezzi di argenteria e oreficeria europea
appartenenti agli eredi della casa reale di Sassonia e sepolti nel
1945 nella foresta vicino al Castello di Moritzburg per sottrarli
all'esercito russo che stava per occupare Dresda. |
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il tesoro di Moritzburg
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Anche se tra i
pezzi ritrovati c'erano la Testa di Moro fatta da Christoph
Jamnitzer nel 1615 e il cesto di fiori in oro donato al re nel 1701
dal gioielliere di corte Dinglinger, in realtà sono state recuperate
dagli eredi della Casata Wettin solo tre delle 43 casse sotterrate
nel 1945 in quanto le altre sono state individuate e sottratte dai
Russi nel 1947. |
il tesoro di Moritzburg
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Ancor meno fortunati sono stati i proprietari di altri tesori sepolti
all’epoca dell’Impero Romano che non hanno mai potuto recuperare i loro
beni preziosi e, del tutto involontariamente, hanno permesso di far
arrivare intatti fino ai nostri giorni tante preziose testimonianze di
arte orafa realizzata più di 1500 anni fa:
il tesoro di Seuso e il tesoro di Kaiseraugust.
Il tesoro di Seuso
Non ci sono
certezze sulla provenienza di questo tesoro, anche se sembra che il
ritrovamento sia avvenuto in Libano verso il 1970. Un'altra, e più verosimile ipotesi, è che
il tesoro provenga dalla Pannonia (attuale Ungheria), poichè l'unica indicazione geografica
che vi appare è il lago 'Pelso', che è il nome latino del Lago Balaton in Ungheria.
I pezzi, tutti prodotti tra il IV e il V secolo dopo Cristo, erano stipati in un
calderone di bronzo databile tra il VI-VII secolo dopo Cristo che ha
preservato dall'ossidazione il suo contenuto ed ha restituito
l'argento in perfetto stato di conservazione. L'ipotesi più
plausibile è che il tesoro sia stato sotterrato al tempo delle
conquiste arabe del VII secolo d.c.
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il piatto con medaglione centrale con dedica a Seuso
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Il tesoro prende
il nome di Seuso dall'iscrizione in latino sul medaglione centrale
di un grande piatto e che permette di identificare il personaggio ('che
questi piccoli contenitori, o Seuso, ti appartengano per molti
secoli e servano degnamente i tuoi discendenti' 'HEC SEUSO TIBI
DURENT PER SAECULA MULTA POSTERIS UT PROSENT VASCULA DIGNA TUIS' ).
Il medaglione centrale ha un'incisione decorata a niello con la
rappresentazione di scene della caccia e del banchetto di Seuso.
Altre scene di caccia sono sul bordo del piatto (del diametro di
70,5 cm.). |
il medaglione centrale con la dedica a Seuso
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Il tesoro è costituito complessivamente da 14 oggetti d’argento e,
oltre al piatto di Seuso, comprende;
- altri quattro piatti di diversa misura,
- cinque brocche di varia misura con ansa verticale, lavorate a sbalzo o
a niello,
- un’anfora sbalzata con la raffigurazione di un corteo dionisiaco,
- due situle sbalzate con scene tratte dal mito di Ippolito e Fedra,
- un recipiente cilindrico con coperchio conico sbalzato con scene della
toletta di una signora.
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brocca incisa con decorazioni geometriche e floreali,alt. cm. 56
(una coppia)
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brocca con 120 pannelli esagonali incisi e niellati con figure
umane, zoomorfe e motivi geometrici (alt. cm. 50,4)
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anfora in argento dorato sbalzata con corteo dionisiaco e anse a
forma di pantera (alt. cm. 39)
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situla (nota 1) decorata a sbalzo con scene tratte dal
mito di Ippolito e Fedra, alt. cm. 29,5 (una coppia)
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contenitore cilindrico con coperchio conico sbalzato con la
rappresentazione della toletta di una signora (alt. cm. 31,5)
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piatto decorato con motivi geometrici e onde (diam. cm. 45,5)
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'piatto di Meleagro' decorato con scene della caccia al
cinghiale di Calidone (alt. cm. 71)
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Il tesoro di Kaiseraugust
Ben identificata è invece la provenienza del tesoro di Kaiseraugust,
anche se le circostanze del suo ritrovamento hanno dell’incredibile.
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Nel febbraio del
1962 perviene infatti ai responsabili delle autorità archeologiche
di Augst (Svizzera) la segnalazione del ritrovamento di alcuni pezzi
di argenteria antica all'interno dell'insediamento militare
(castrum) di Kaiseraugust.
Gli oggetti erano stati riportati alla luce da una ruspa nel corso
dei lavori di scavo per la costruzione di un edificio all'interno
dell'antico castrum senza che nessuno si rendesse conto che si
trattava di preziosi reperti archeologici d'argento.
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una parte del tesoro di Kaiseraugust
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Tutto era rimasto
abbandonato sotto la neve per più di un mese prima che gli abitanti
del paese, del tutto ignari dell'importanza del ritrovamento,
provvedessero a recuperare e a conservare per curiosità alcuni dei
pezzi emersi dallo scavo.
Dopo una paziente ricerca nella zona dello scavo, tra la terra di
riporto e tra gli abitanti del paese (per alcuni di essi gli oggetti
erano delle 'teglie per dolci') sono stati recuperati
complessivamente 257 pezzi, di cui 187 tra monete e medaglie, per un
totale di quasi 37 kg. di argento.
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piatto con tondo centrale raffigurante un porto (diam. cm. 59)
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Il ritrovamento è
avvenuto a ridosso delle mura dell'antico castrum della citta romana
di Augusta Raurica, fondata in età augustea sulle rive del fiume
Reno, lungo la frontiera settentrionale dell'Impero Romano.
Dopo l'iniziale periodo di prosperità dovuto alla felice posizione
geografica, la città, che arrivò ad avere quindicimila abitanti,
risentì pesantemente della precarietà della sua posizione di confine
ed della pressione delle popolazioni barbariche degli Alemanni, sino
ad essere completamente abbandonata verso la fine del III secolo
d.c.
Per proteggere il confine renano contro le nuove minacce
l'imperatore Diocleziano pose a guardia di questa regione la Legio I
Martia, con quartier generale nel Castrum Rauracense nei pressi
della città vecchia e del ponte che attraversava il fiume Reno.
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statuetta di Venere che si guarda allo specchio (alt. cm. 11,2)
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L'interramento
del tesoro è stato datato, in base allo studio delle monete in esso
contenute, verso il 350 d.C., in un periodo caratterizzato dalle
lotte per la conquista dell'eredità tra i tre figli dell'imperatore
Costantino e l'usurpatore Magnezio.
Molti dei pezzi che compongono il tesoro sono graffiti con i nomi
dei proprietari (Marcelliano e P. Romulo) o con la firma
dell'artigiano che li ha prodotti e la sua città di origine,
Euticius di Naissus (nota 2) e Pausylypos di Tessalonica (nota
3).
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piatto con una stella nella decorazione centrale (diam. cm.
42,8)
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La parte principale del tesoro è costituita da vasellame da tavola di
varia forma, cucchiai (sia con il manico lungo e sia con manico corto
ritorto ad occhiello), catini lisci o bacellati, candelabri, piatti
riccamente decorati, una piccola statuetta di Venere e numerose monete
rinvenute avvolte in rotoli.
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piatto decorato con un pesce (lungh. cm. 25,8)
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vassoio con inserto centrale rappresentante Arianna tra Dioniso
e un satiro (lungh. cm. 41,5)
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piccolo piatto con inciso il disegno di un pesce
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note
(1) il termine latino 'situla' indica convenzionalmente un vaso
di forma troncoconica o ovoide. La sua funzione specifica era quella di
attingere e contenere liquidi. Le raffigurazioni di alcuni vasi etruschi
e della ceramica ne chiariscono l'utilizzo come secchio per attingere
l'acqua dai pozzi, come contenitore di acqua lustrale in ambito
religioso, vaso per libagioni o per raccogliere il sangue delle vittime
durante i sacrifici o i riti bacchici.
Tipiche del II e III secolo d.C. sono le situle in argento dalla
profonda coppa emisferica che riproducono il tipo in bronzo di
fabbricazione gallica o germano-occidentale.
(2) Nis, in Yugoslavia (ora Serbia-Montenegro)
(3) Tessalonica, in Macedonia (Grecia)
Giorgio Busetto - © 2005 -
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